Più economico per l'inquilino, più redditizio per il proprietario.
La riforma delle locazioni apportata dalla Legge 431/1998 ha innovato profondamente il mondo dell'affitto, introducendo una categoria contrattuale che prima non esisteva: quella a canone concordato.
Concordato in che senso? Si tratta di contratti di affitto i cui prezzi e le cui modalità di calcolo sono frutto di una pattuizione tra le associazioni di categoria locali dei proprietari immobiliari e degli inquilini.
Non si può quindi scegliere liberamente il valore del canone di affitto se ci si avvale di questi contratti, ma lo si deve scegliere all'interno di una forbice di valori risultanti da un meccanismo di calcolo predeterminato, valido per tutti gli immobili del comune di Milano per i quali si fa ricorso al canone concordato. Nel meccanismo di calcolo vengono stabiliti valori diversi per ciascuna zona comunale, maggiorabili o diminuibili in base alle caratteristiche oggettive presenti nell'immobile; ulteriori maggiorazioni, inoltre, vengono previste in base alla tipologia di contratto a canone concordato e alla durata contrattuale scelte.
Quali sono i contratti a canone concordato.
Esistono tre tipi di contratto a canone concordato: il contratto di durata 3+2 anni, la cui prima durata contrattuale, quella di 3 anni, può essere aumentata a 4, 5, 6 o più anni;
il contratto transitorio, che può essere stipulato con una durata variabile da 1 a 18 mesi. Questa tipologia di contratto può essere stipulata solamente in presenza di una delle cause di transitorietà del proprietario o dell'inquilino che la legge prevede; il contratto per studenti universitari fuori sede, la cui durata, in ogni caso compresa tra 6 mesi e 3 anni, è legata al percorso di studi dello studente intestatario del contratto di locazione.
Perché un affitto a canone concordato può essere più conveniente rispetto a uno a canone libero?
Per l'effetto dell'imposizione fiscale:
le aliquote di cedolare secca sono al 10% per contratti a canone concordato, contro il 21% per contratti a canone libero o per altre tipologie di contratto;
le aliquote marginali IRPEF sono applicate al 66,5% del canone annuo in caso di contratto a canone concordato, mentre al 95% per il reddito derivante da contratti liberi.
A livello nazionale, chi è proprietario di una abitazione affittata a canone concordato beneficia di uno sconto sull'IMU del 25%, a cui si aggiunge l’aliquota Imu agevolata prevista dal comune di Milano, dello 0,73% contro l’1,04% ordinaria.